Cenni
storici
Verso
al fine del 1918, con la guerra ormai stabilmente sui mondi Ribelli,
l'industria bellica di Haalbock era ormai totalmente assorbita nella
costruzione di armi di difesa. La fine di ogni speranza, avvenuta con
lo sbarco su Thalo IV della Kriegsmarine, aveva posto fine a qualsiasi
tipo di sogno di rivalsa e si combatteva solo per la sopravvivenza.
Ed è proprio in questa ottica che fu pensato, progettato e utilizzato
il Ronin II, e cioè un aeroplano in grado di essere un ottimo
caccia notturno, ma anche multiruolo e che potesse affiancare e in seguito
sostituire il già valido Ronin I. Il progetto fu affidato come
per il suo predecessore al team di Katsuo Hosegawa, che disegnò
intorno ad un unico grosso Remerix R109M un aereo dalle forme estremamente
raccolte e dalla configurazione canard con l'ala principale caratterizzata
da un accenno di freccia positiva e posizionata alta, subito dietro
il cockpit, ai cui terminali erano fissate due grandi derive, che fungevano
anche da supporto per il carrello secondario. Il carrello principale
era invece originalmente posto sotto la fusoliera, completamente retrattile
e costituito da due grosse ruote in linea. I primi collaudi, avvenuti
nel mese di gennaio 1919 non evidenziarono grossi problemi e sul secondo
prototipo venne provata una prima combinazione di armi, che dopo alcuni
esperienti furono standardizzate in due grossi cannoni da 40 mm posti
parzialmente in due gondole esterne sulla parte superiore della fusoliera,
infine, un radar di scoperta a lungo raggio fu posto in un radome posizionato
nella parte bassa del muso, subito sotto la presa d'aria del Remerix.
Una squadriglia sperimentale fu costituita con i primi otto prototipi,
ciascuno che differiva in qualche particolare dagli altri e trasferita
immediatamente dietro le linee, dove si trovò a contrastare le
incursioni notturne dei Do 55 della Kriegsmarine, impegnati in incessanti
attacchi mordi e fuggi sulle retrovie in ritirata costante delle forze
di Haalbock. I nuovi Ronin II si disimpegnarono molto bene e all'arrivo
degli ultimi quattro esemplari, costituirono un'efficace barriera, tanto
che gli attacchi dei Do 55 furono rarefatti e quando effettuati, accompagnati
da grosse formazioni di Wespe. I Ronin II superstiti, furono così
distribuiti fra tutti i reparti misti di caccia notturna operando con
i Ronin I e i pochi Vixen e ad un paio di Morgaan e combatterono valorosamente
fino all'ultimo giorno di guerra. L'armistizio trovò ancora una
decina di esemplari di Ronin II pronti per essere impiegati, ma vennero
distrutti dagli addetti prima dell'arrivo delle truppe della Fratellanza.
Cenni
sul disegno
Anche
questo fa parte della collezione dell'ora di pausa pranzo, e devo dire
che mi piace molto.. CHissà se un giorno lo farò davvero?
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